Cober srl

Volevo solo camminare: la nostra review

Cober srl

Un libro scorrevole nella lettura; il tono ironico, leggero e informale descrive un cammino fatto d’incontri che danno la possibilità di guardare dentro e fuori sé stessi.

Sui social si è fatta conoscere grazie al blog, diventato anche pagina Instagram, Stazzitta, ma con questo libro Daniela Collu, autrice, conduttrice televisiva e radiofonica, sorprende: edito da Vallardi Editore, Volevo solo camminare è un memoriale intimo e appassionato di un viaggio che le ha cambiato la vita.

Trama

Le gambe fremono, il cuore scalpita, la mente ha bisogno di nuovi orizzonti. È il momento di partire, di assaporare il viaggio, di mettere un piede avanti all’altro e arrivare alla meta. Questo è il racconto della preparazione, atletica e sentimentale, al Cammino di Santiago, e dei 360 chilometri che ne sono seguiti. Protagonista: Daniela Collu, atea patentata, natura-resistente e camminatrice poco convinta. Daniela ha percorso la distanza che separa León da Santiago de Compostela in dodici giorni, con uno zaino di sette chili sulle spalle, nessun compagno di avventure tranne un grandissimo “perché no?” e il tempo, strappato dopo tanti anni a un lavoro che andava troppo veloce…Sul cammino si recupera il ritmo, il senso della distanza, il passo giusto, e si respira a pieni polmoni, fino a sentire un vento nuovo dentro. E soprattutto si incontrano persone e storie che diventano importanti come la freccia che ti accompagna al traguardo. Volevo solo camminare è una guida al pellegrinaggio più famoso del mondo e insieme un diario di bordo fatto di ricordi indelebili. E se dovesse venirvi voglia di mollare tutto e partire, niente paura: è la scelta giusta!

La nostra review

Inizia così l’avventura. Daniela la chiama proprio così: un’avventura, un’esperienza diversa da qualsiasi cosa si potrebbe mai fare nella vita. Per lei (e per le persone che la conoscono) suona strana ma, in realtà, partire per il cammino di Santiago è un po’ come scegliere una strada, abituarsi alla fatica che comporta e cercare in essa ciò che può andar bene per noi: non è, forse, quello che cerchiamo di fare sempre nella vita? Il cammino diventa quindi una metafora, un percorso fuori dall’ordinario, ma parte integrante della vita stessa. Daniela, infatti, dice: “Io volevo solo camminare. E volevo farlo restando fedele a me stessa e al mio modo di vivere, non volevo che fosse una parentesi altra, volevo che questo viaggio somigliasse a me e io volevo somigliare a lui”.

“Ecco, il cammino mi ha regalato uno spazio di felicità che prima credevo non esistesse. Ero stata molto felice in passato […], ma quella di Santiago era una felicità nuova: piena, ariosa, fisica, sofferta, saziante, che lasciava uno strascico lungo e persistente, come un profumo che resta nell’aria”.

Quando leggi Volevo solo camminare, questa “felicità da cammino” la senti anche un po’ tua: senti che dev’essere davvero così, perché semplicemente non può essere altrimenti.

Il cammino ti mette alla prova in mille modi, e Daniela li racconta tutti: dalla preparazione iniziale all’adrenalina, dai primi errori da principiante alle cimici da letto, dalle tendiniti che ti fanno gonfiare le caviglie come palloni fino alla nostalgia del ritorno a casa. Eppure, quello che resta alla fine di questo libro è un sentimento positivo: il cammino di Santiago è soprattutto questo. Daniela impara a riconnettersi con la natura, in un rapporto che aveva perso: “mi sono ricordata cos’è il silenzio, che rumore fa il vento e quanto chiacchierano gli uccelli”. Daniela scopre anche di non essere così poco meritevole come la sua Sindrome dell’Impostore le ha sempre fatto credere: passo dopo passo, si rende conto della sua forza, del suo coraggio, della sua capacità di farcela da sola. Ma soprattutto, quello che Daniela ha imparato e che Volevo solo camminare rivela è la capacità di tutti noi di adattarsi: alla natura che circonda il cammino, alla pioggia, alle difficoltà, al ritmo delle persone con cui si decide di camminare. Il cammino di Santiago regala la capacità di “accogliere la realtà senza trasformarla, una volta tanto. E solo quando ti abbandoni al cammino, allora ritrovi le fila del tuo discorso, qualunque esso sia”.

Anche se nasce da una partenza in solitaria, Volevo solo camminare racconta di rapporti umani straordinari, nati proprio lungo la strada verso Santiago. Per gran parte del tempo, Daniela vive la sua avventura in compagnia di cinque ragazzi, con i quali costruisce in pochi giorni un’amicizia fuori dal comune e indimenticabile. Il cammino ci insegna che, insieme alle altre persone, possiamo fare qualsiasi cosa. Sul cammino tutte le persone sono ottimiste e fiere di ciò che fanno, e tutte le loro storie sono interessanti; tutti valgono la pena di essere ascoltati, tutti si aiutano a vicenda perché è forte la condivisione di un percorso comune.

Quello del Cammino di Santiago, percorso che si intraprende per mille ragioni diverse: per fede, per ritrovare sé stessi, per scoprirsi (o riscoprirsi), per capire cosa davvero c’è di importante nella vita. Ciascuno percorre quei 360 chilometri con le proprie motivazioni, i propri perché.

Per Daniela, questa esperienza ha significato recuperare il ritmo, il senso della distanza, il passo giusto, respirando a pieni polmoni fino a sentire una nuova ventata di vita dentro sé stessa.

Soprattutto, per lei il cammino ha significato incrociare la vita con persone e storie diverse, diventate importanti come la freccia che ti accompagna al traguardo. Volevo solo camminare è una guida al pellegrinaggio più famoso del mondo, ma anche un diario di bordo fatto di ricordi ormai indelebili.